La banalità dell’amore

La banalità dell'amorePuò un titolo essere più bello? Benché sia un gioco di parole scontato, racchiude meravigliosamente l’essenza di questa pièces, che ci mostra la donna Hannah Arendt, forse la storica della politica più influente del Novecento, la cui vita personale ha sicuramente contribuito all’evolversi del suo pensiero filosofico. 

Qui è proprio la dimensione umana che emerge, con tutte le sue contraddizioni. Grazie all’alternarsi di flashback, conosciamo una giovane Hannah Arendt, brillante studentessa tedesca innamorata del Prof. Heidegger, e una Hannah Arendt ormai avanti negli anni, reduce da un infarto, che vorrebbe poter chiarire le proprie idee espresse in La Banalità del Male, travisate dagli israeliani e in generale dalla comunità ebraica per le sue posizioni aspramente critiche, che sono state interpretate in chiave antisionista.

Partendo proprio dalle posizioni politiche e filosofiche, la piéces ruota attorno ai sentimenti che hanno guidato il percorso personale di Hannah Arendt.

Io non ho mai amato un popolo né una comunità, in vita mia. Non il popolo tedesco, né quello francese e nemmeno quello americano. Non ho mai amato neppure la classe operaia. Io amo soltanto, tra virgolette, i miei amici e l’unico tipo di amore che conosco e in cui credo è quello per gli esseri umani.

Senza scadere nel melodrammatico, né nel didascalico, l’autrice Savyon Liebrecht riesce a mostrare la complessità dei sentimenti umani. Così capiamo col cuore come una non più giovane Hannah Arendt riesca a perdonare Heidegger per il suo coinvolgimento con il nazismo, senza però venire a patti con lo sconfinato orrore dell’Olocausto.

Il grande merito di questo libro non è tanto rendere le emozioni e i sentimenti, quanto il saperlo fare senza trasformare la sofferenza della persecuzione degli ebrei in un mero contesto per una storia d’amore. Mi trovo infatti d’accordo con Elena Lowenthal che su La Stampa del 22 gennaio 2013 scrive:

Che siano storie vere rivisitate o frutto d’invenzione narrativa, i toni lievi sono rassicuranti, i personaggi sembrano calati sulla scena di un mondo quasi familiare, riconoscibile. I campi della morte, le deportazioni, l’orrore: tutto scolorisce dietro le tinte pastello. Lasciando un retrogusto inquieto e la certezza che no, il rosa non s’addice al ricordo della Shoah.*

Alla fine, ciò che resta è la forza sconfinata dell’amore, di un amore, vero, reale, che completa il pensiero filosofico e razionale di una delle figure più importanti del Novecento.

La banalità dell'amoreTitolo: La banalità dell’amore
Autore: Savyon Liebrecht
Editore: Edizioni E/O
Edizione cartacea: 144 pagine – 14€
ebook: epub protetto con Adobe-DRM (983 kB) – 4.99€ in vendita su Bookrepublic e Ultimabooks

*Articolo ripreso da Loredan Lipperini nel post Incontrare MR. Right a Treblinka.

5 comments

  1. lepaginestrappate · marzo 1, 2013

    Molto interessante! Me lo procuro.

    • pantofoladigitale · marzo 1, 2013

      Grazie!
      Spero che ti piacerà, è sicuramente molto particolare.
      Personalmente poi non avevo mai letto una pièces teatrale, mi ha sorpresa positivamente!
      Fammi sapere cosa ne pensi 🙂

  2. bertanivalentina · marzo 9, 2013

    Aggiunto alla reading list.

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